Ramtha

Beginner Retreat, Sportilia, Agosto 2006

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  1. Spirallout
     
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    Insegnamenti di Ramtha


    Il Risveglio degli Dei Dimenticati


    Cerimonia del Vino. Abbiamo fatto cadere il velo, e il velo ha quella che è detta una base neurologica nell’essere. In altre parole, stiamo scollegando quelli che sono chiamati neuroni della personalità della resistenza, e stiamo permettendo alla rete neurale del cervello di attivarsi nella sincronicità dal momento che il vino fornisce al corpo non solo l’ossigenazione di sangue alle cellule, ma anche il calcio che è necessario per togliere di mezzo ciò che blocca la porta dei recettori nel cervello. Qui usiamo questo sacro elisir per provocare un’attenuazione della personalità e un’apertura della mente.
    Voi siete il gruppo più avanzato (Primary). Per aver raggiunto questo livello dovete essere stati capaci di manifestare carte nel Field, di creare intenzionalmente nella vostra vita cambiamenti significativi e che vi hanno arricchiti, di lasciar cadere le vostre limitazioni, e di scoprire in tutti i cambiamenti che c’è una gioia nel cambiare quei cambiamenti nella vostra vita; di aver fatto vostro il karma che aveva fatto il suo ingresso nella vostra vita; di aver conquistato quelle che sono chiamate molte delle vostre limitazioni.

    Il vero studente della Grande Opera

    Quando stiamo tutti insieme e beviamo, attiviamo ed accresciamo il sé spirituale. Quando ritornerete, la vostra personalità avrà subito un colpo cruciale. Siate certi e non temete, se manterrete l’idea che siete chi siete – la vostra personalità, ciò che possedete, le persone con cui siete, il luogo in cui vivete, ciò che avete, il vostro vittimismo, la vostra auto-imposta importanza – tutte queste cose manterranno se stesse.
    In questo raduno voi siete gli studenti e lasciate da parte tutto. Più lo fate, più grande sarà la vostra crescita.
    Dite alla vostra personalità: “Guarda, questo è il tempo che dedico al mio Dio che ha reso possibile la mia vita e la mia volubile immagine. Questo alla gloria di colui che ha infuso in me il soffio vitale, poiché questo è il tempo che trascorro amando e imparando e permettendo Dio nella mia vita, perché un giorno anch’io possa essere un Cristo”.
    La personalità non crea mai la via della nuova vita perché sa soltanto come ricreare la via di ciò che è vecchio.

    Soltanto l’Osservatore conosce la strada
    Ci vuole l’Osservatore per creare una nuova vita e per conoscere ciò che riguarda il ventitreesimo universo.
    Questa scuola riguarda il portarvi più vicini – prima della fine del mio insegnamento – all’Osservatore. Esso è l’unico che conosce la vera strada davanti a voi.
    Da vent’anni vi sto dicendo che siete Dio, e questo è il messaggio più grande. È la verità.

    La biologia della personalità
    L’esistenza umana è costituita da due livelli di consapevolezza: il Punto Zero (consapevolezza primaria) e la consapevolezza specchio (consapevolezza secondaria).
    Questo gruppo ha studiato la personalità come qualcosa che non è altro che una rete neurale collegata al corpo per mezzo di sostanze chimiche. Quelle sostanze chimiche nel corpo sono chiamati neuropeptidi, e sono distribuiti attraverso quello che è detto sistema limbico del cervello. E il sistema limbico del cervello attraverso il corpo viene rappresentato dai gangli nervosi situati lungo la spina dorsale esattamente là dove si trovano i sette sigilli.
    E hanno già imparato ciò che riguarda i veri e propri ormoni chimici, neuropeptidi e proteine che in effetti portano la firma non soltanto dello stress, ma anche della dipendenza attraverso i loro recettori dagli oppiacei della redenzione da quello stress. Hanno scoperto che la dipendenza non è limitata a quelli che sono chiamati narcotici e alcool, ma che la vera dipendenza è da ciò che viene chiamato stress e di fatto dalla sua redenzione. Ed hanno imparato che tutta la loro vita e il loro corpo emozionale riguardava l’incorporare e il mantenere lo stress, allo scopo di essere redenti da quello stress nella forma di quelli che vengono chiamati neuropeptidi nel cervello, che provocano un aumento dell’adrenalina (lo stato di euforia nel corpo) perché questi sono gli oppiacei naturali del corpo. Hanno imparato che tossicodipendenti non sono coloro che fanno uso di droghe o di alcool, sebbene anche loro lo siano, ma che i più grandi tossicodipendenti sono le vittime.
    Hanno imparato ciò che riguarda il DNA e l’RNA e tutti i dettagli della creazione dei propri peptidi che consentono, sotto forma di catene di aminoacidi, la comunicazione che fa sì che le cellule si moltiplichino e rispecchino esattamente quella che è la personalità. E con questo è dimostrato che i vostri atteggiamenti li indossate sotto forma di corpo fisico.

    La vera natura delle voci nella vostra testa
    Ed hanno imparato che le voci che parlano loro nella testa sono le voci delle loro emozioni. E il più grande insegnamento che hanno imparato in nove giorni è chi è che ascolta le voci: la vera essenza di noi stessi. Così abbiamo isolato Dio, abbiamo isolato quello che viene definito divino, e che noi abbiamo chiamato Osservatore.

    Gli insegnamenti di Yeshua ben Joseph (Gesù)
    Egli diceva a coloro che lo seguivano: “Siamo figli di due genitori: siamo i figli dell’umanità, dei lombi di nostro padre e del grembo di nostra madre; e siamo anche figli di ciò che ci ha generati dentro la forma umana, siamo anche i figli di Dio. Dunque quando io vi dico che vi parlo come il figlio di mio padre, vi sto parlando come personalità; ma quando vi parlo come il figlio di Dio, vi sto parlando in quanto Osservatore.”
    E gli studenti avanzati hanno imparato a riconoscere la differenza tra creare la loro vita dal corpo emozionale e crearla da ciò che è chiamato il loro corpo di Dio, e che quando creano dal loro corpo di Dio non sono turbati emozionalmente, ma sono privi di emozioni. In tale stato essi ordinano che le manifestazioni avvengano immediatamente. E avvengono.

    l nostro genitore divino, il Punto Zero
    Il più grande insegnamento che abbia mai potuto essere dato ai popoli di questo mondo, chiamato Terra, è che in voi ci sono due genitori. Ci sono i genitori della vostra componente biologica, i vostri genitori genetici. Essi vi danno la vita, la tendenza ad attivare quello che è chiamato il vostro ambiente secondo le qualità innate del vostro DNA, i vostri geni. Questo è uno dei genitori, è il genitore umano, il genitore del corpo. Ma avete un genitore più grande, e quel genitore è il Punto Zero, quello che è chiamato Dio creato dal Vuoto. Ed esso dice che siamo qui per rendere conosciuto lo sconosciuto, e che il corpo è soltanto un vestito, e il cervello un computer, e ci servono per creare dal Vuoto collassando l’energia nella realtà delle particelle.
    Siete stati esseri umani per 10 milioni e mezzo di anni, e la vostra trappola è il vostro corpo emozionale e il corpo della vostra sensualità. Questo dunque dice che avete due genitori: uno divino e uno genetico. Il patrimonio genetico vi dà il corpo e le tendenza della personalità. Dio vi dà lo Spirito Santo e un’anima, ciò che è sempre esistito, ciò che in realtà siamo.
    Impara ad essere l’Osservatore e nell’essere l’Osservatore non proverai nulla, poiché nel non provare nulla c’è il riconoscimento che l’Osservatore è esattamente ciò che siete.
    Quando si è privi di emozioni, si è quella che è chiamata beatitudine, perciò si è legittimi eredi del Dio realizzato nella vita che si chiama Cristo e, la maestria di questo viaggio, consiste nel divenire quell’epica. E quando si comprende che le emozioni devono essere sperimentate soltanto quando Dio si manifesta nella vita, e che il corpo attiva quella vita per avere un’esperienza sensuale, soltanto allora si hanno le emozioni pari al paradigma della mente. Quando capiamo ciò, siamo maestri risvegliati e il viaggio verso la condizione di Cristo non è che a un soffio di distanza.
    Il più grande insegnamento è: riconosci Dio in te stesso. Non è: riconosci Cristo come unico figlio di Dio. Sarebbe assurdo. Qualunque essere dotato di mediocre intelletto sarebbe in grado di capire che c’è sicuramente un errore nei testi religiosi, e che Dio non ha avuto soltanto un figlio, ma che ogni figlio è Dio, e che Cristo è solo ciò che è detto un paradigma che afferma che quando agiamo e viviamo secondo il Dio interiore piuttosto che secondo la personalità interiore, allora siamo e possiamo asserire di essere figli e figlie del Dio vivente, e che è questo il Dio che compie i miracoli. Ed è per imparare a diventare quel Dio che voi siete qui in questa scuola.
    Quindi la buona notizia è che voi tutti siete i discendenti del Punto Zero.

    Il culmine della Grande Opera.
    Il semplice fatto che voi siete Primary non significa che abbiate colto il messaggio. Ci sono persone del Secondary che hanno colto il messaggio. Quelli di voi che saranno il punto culminante della Grande Opera saranno coloro che non intellettualizzeranno semplicemente questi insegnamenti in una sfaccettatura della loro personalità biologica, ma li metteranno in pratica e di fatto li vivranno.
    Ascoltate, Dio è il sovrano del presente, dell’eterno Momento Presente. La personalità è sovrana del tempo, di quello che è chiamato tempo lineare, quadrante. E se siete amanti del tempo lineare, allora di sicuro tutto ciò che dovete fare è andare al cimitero a guardare le lapidi per dire: “Ahimè, queste sono le persone che hanno vissuto la loro vita nel tempo lineare!”. C’è un ormone della morte che viene immesso nel corpo attraverso la ghiandola pituitaria. Se veneriamo il corpo, veneriamo un’esperienza che ha una durata limitata.
    I maestri non sono nella tomba; essi sono coloro che sono eterni. Non vi è alcuna prova, a parte i grandi passati alla storia, che siano vissuti, perché non vi è alcuna prova che siano morti. La meccanica quantistica ci dice che se abbiamo compreso le leggi della fisica e il semplice argomento dell’Osservatore, allora quelli che davvero l’hanno capito non dovrebbero essere mai morti, perché nel mondo quantico tutti i potenziali esistono simultaneamente. Secondo la meccanica quantistica l’Osservatore determina la realtà, e naturalmente la realtà sarà relativa soltanto alla capacità dell’Osservatore di sognarla. Se qualcosa può essere sognata, può anche essere vissuta.

    Vivere come personalità o come Osservatore
    Così i grandi insegnamenti di quest’anno al Gruppo Primary riguardano ciò che i grandi sapevano e sanno, cioè che uomini e donne sono costituiti da due distinti poteri: uno è la consapevolezza corpo/mente chiamata personalità che è prodotta attraverso il patrimonio genetico e l’ambiente, proprio come creeremmo un programma nel computer. Ed è basata sul cervello (corteccia cerebrale).
    L’altro potere è lo Spirito Santo (cervelletto), il viaggiatore nel tempo che non è mai morto, colui che non avete mai conosciuto, colui che dopo la morte assiste alla revisione della vita e la guarda non soltanto con un sentimento di vergogna e di dolore, ma con una forza nuova, rendendo la vita successiva persino più grande, poiché mai e poi mai avanziamo oltre questa vita finché non abbiamo fatto nostro sotto forma di saggezza ciò che qui abbiamo creato emozionalmente. E il giorno in cui abbiamo concluso questa vita è il giorno in cui possiamo osservare la vita con un senso di distacco privo di emozione.
    E chi può dire allora che cosa sarebbe la vita senza emozione? Ed io vi dico, l’avete mai vissuta una vita dal punto di vista dell’Osservatore? E chi siete voi per ritenere dal vostro corpo emozionale che Dio non abbia provato alcun sentimento per l’intera creazione per la quale Dio è? E chi siete voi per dire che questo è nulla, quando io vi dico che quelli di noi che l’hanno vissuto possono affermare che l’istante della vera beatitudine e liberazione è molto più potente e più reale di quelle che sono chiamate reazioni chimiche in un corpo biofisico, come il dolore, la sofferenza, il senso di colpa, la felicità, l’infelicità, quelle che sono dette sicurezza ed insicurezza? Quelli sono tutti peptidi biologici che inducono il corpo a reagire e nulla più.
    E quando viviamo secondo quello che è chiamato il punto di vista dell’Osservatore, allora, secondo la legge della fisica, scegliamo di vivere secondo un grado di pensiero più elevato; e quel pensiero diviene la legge della nostra vita al posto delle nostre emozioni. La vostra sfida consiste nel creare un mondo, una vita, non basata sulle emozioni che non sono altro che il passato del sogno, per non continuare a ricreare emozionalmente il passato, ma per creare nuovi paradigmi e nuovi modelli di vita, che allora non sarà creata nell’emozione e non avrà nulla a che fare con la consapevolezza corpo/mente, ma avrà tutto a che fare con la mente straordinaria che sta cominciando a non conoscere barriere.
    Voglio che ricordiate che tutto ciò che imparate non serve a rendervi più tristi, ma a darvi la libertà. Ed ogni frammento di conoscenza che imparate da me in questi giorni in cui siamo insieme sembra che sia il disfacimento della personalità; deve esserlo. Ma questo non vuol dire che ciò che siete al di là della personalità non sia la bellezza quintessenziale di ciò che Dio è, perché lo siete. Non vi sto insegnando ad essere il divino che è in voi per poi dirvi che dovete rinunciare ad una vita di frivolezze sensuali per scegliere una vita di astinenza e austerità. Se Dio è astinenza e austerità, è maledettamente noioso; tornate alla vostra umanità.
    Dio invece non è soltanto colui che dà la vita, ma la natura stessa. Dio non è contenuto nel singolo essere. La sua forza vitale è la bellezza dei fiori, il verde, il vento, gli odori, ecc. Dio è la bellezza di tutta la vita.
    Se dite che queste cose sono monotone non avete mai incontrato la natura, né avete compreso i suoi misteri, la sua maestà e le sue bellezze. Ciò che sto per insegnarvi è che è la personalità che discute a favore delle sue limitazioni. Essa discute a favore di quello che è chiamato il suo sostanziale individualismo, che ancora implora di essere accettato.
    E se nessuno mai vi insegna a sognare il sogno illimitato, se mai nessuno vi insegna a respirare il respiro delle narici di Dio nella primavera, e nessuno mai vi insegna a guardare un cielo di mezzanotte e a contemplare i concetti dell’eternità, allora rimarrete separati per sempre da Dio.
    Dunque ciò che imparerete sull’Osservatore non è un oscuro, stantio, monastico modo di vivere. Mai e poi mai diventerete un Cristo astenendovi dalla vita; non importa chi ve lo dice. Nessuno mai ascende basandosi sull’astinenza. L’astinenza è un’evoluzione naturale non della vita stessa, ma della personalità che detta le leggi della vita; poiché quando finalmente conosciamo Dio, non siamo diversi dal vento nei nostri capelli e la nostra risata non è diversa dalle voci di un ruscello che mormora all’ombra di un salice. Siamo un’unica e sola cosa (leggere Siddharta).
    Il mio messaggio non intende dirvi di rinunciare alla vostra personalità. Sì, quello è il messaggio, ma il mio messaggio intende dirvi di rinunciare a quelli che voi concepite come i momenti di euforia della vostra vita e, quando lo farete, non sarete più intossicati, né sarete dipendenti dalle sostanze chimiche del provare piacere. Provare piacere è un luogo biologico, chimico. Dio, se lo siamo, non deve più cercare altrove per sentire semplicemente la meraviglia del proprio essere. È solo la nostra immagine (image) a farlo. Che cosa preferireste essere: limitati dallo spazio, dal tempo e dalla temperatura o illimitati per essere la totalità senza alcuna necessità?
    L’insegnamento intende dire a tutti voi: abbiate fiducia che quando imparerete la differenza tra la vostra immagine (personalità) e il vostro Osservatore, avrete trovato Dio, poiché ciò che ascolta le voci nella vostra testa è ciò che vogliamo essere. Non vorremmo mai essere le voci. Vorremmo essere sempre ciò che ascolta, perché quello è la divinità stessa.
    Dio non è noioso, ma la personalità lo è. Che sia compreso che l’Osservatore non è limitato, ma la personalità che argomenta lo è. Se dobbiamo argomentare a favore della nostra posizione, abbiamo già perso, perché ciò che siamo, non abbiamo bisogno di argomentarlo. Se la nostra libertà è la certezza dell’essere, non abbiamo bisogno di combattere per essa. Non è mai necessario uccidere un’altra persona per essere liberi. Quella sarebbe la via della vittima. La libertà è autodeterminata. Se abbiamo libertà di pensiero, abbiamo libertà di vita. Se dobbiamo combattere qualcun altro per avere libertà, significa semplicemente che stiamo combattendo una guerra per la libertà del tempo in relazione al nostro corpo, alla nostra personalità. Ma nessuno nell’esistenza carnale potrà mai portarvi via la libertà di sognare. E se voi non la possedete, come apice supremo di ciò che siete, allora siete già schiavi. La guerra ha a che fare con i corpi; non ha a che fare con i sogni. Ricordatevelo. Così sia.
    La verità non riguarda ciò che uno ha da dire. Quella è chiacchiera. Quella è filosofia. Sono paradigmi teorici. Verità è quando riceviamo la conoscenza e noi stessi ne facciamo esperienza. Allora, e soltanto allora, possiamo dire che è verità, perché è uno stato di essere riferito a se stessi.
    Vi ho già detto che vi amo? Voglio che sappiate che vi amo enormemente e che vi ho sempre amati, e sempre vi amerò. Siete persone eccezionali, eccezionali per la vostra moralità di esseri giusti e meravigliosi, poiché osate vivere fuori dei confini del pensiero comune. Facciamo in modo di non sprecare un solo momento di questo ritiro. Esultiamo dunque del fatto di essere insieme, approfittiamo al massimo di ogni singolo istante, mettiamo da parte il dubbio, e facciamo in modo di essere liberi abbastanza da dimostrare che quella che è chiamata la nostra mancanza si è stemperata nel Dio interiore. Così sia.

    Bere del vino come un maestro
    Dunque come vi è stato insegnato (meccanica quantistica), in ogni istante esistono sempre molteplici potenziali, e se estendiamo al futuro il modo in cui vogliamo creare la nostra vita – quando siete maestri potete vedere tutti i potenziali – allora potete scegliere quello che volete percorrere, quello di cui volete fare esperienza.
    Stiamo usando il vino per far cadere il velo in modo da aprirvi alla conoscenza perché essa possa diventare predominante dietro la personalità.
    L’atteggiamento è tutto. Non siamo qui per essere corpi migliori. E non siamo qui oggi per sbrigarci a concluder in modo che possiate sbrigarvi a concludere. Capite? Queste sono tutte argomentazioni della personalità. Siamo qui per far cadere il velo e far sì che questo giorno sembri eterno, e io so come farlo.

    L’iniziato nella battaglia campale
    Dopo alcune battaglie, quella che diventa una limitazione cronica è l’apatia. E voi sapete che cos’è l’apatia? Sono quei vecchi soldati che se ne stanno là seduti e dicono di aver già fatto tutto. Sanno come sarà la battaglia.
    È come dire: “Sono andato nel Field durante il ritiro e sono sopravvissuto, e penso di sapere di cosa si tratta”. Bene, chiunque fosse maestro del Field sorriderebbe semplicemente e si allontanerebbe per non mettere in imbarazzo la stupidità di un essere così sfrontato. Ma noi sappiamo che ogni volta che cambiamo soltanto un pochettino e andiamo nel Field, il Field cambia, e lo sappiamo bene ogni volta che affrontiamo il Tank (labirinto). Il labirinto ha davvero una vita propria.
    La natura direbbe che siete sciocchi perché noi evolviamo e cambiamo. Tutto potete sempre perfezionarlo perché state ritornando dall’esperienza alla riflessione sulla conoscenza. Non dovete rimanere seduti e vedere gli altri andare alla battaglia. Io vi sto chiedendo di combattere e di conquistare il vostro corpo, il vostro corpo emozionale, la vostra vita.
    Ebbene, io volevo lottare con Dio. Dio mi ha inviato una donna che mi ha dato una spada e ha detto : “Conquista te stesso”. Quindi si trattava di conquistare me stesso con una spada che ovviamente era destinata a qualcos’altro. Bene, ora cominciamo a capire che quel qualcos’altro era il fatto che nella nostra realtà ci sono gli specchi del nostro sé personale perché altrimenti, se non fossero noi stessi, essi non si troverebbero ora nella nostra realtà, non vi pare?
    Chi sarebbe dunque sopravvissuto nel creatore e nella sua realtà, quando si sapeva fin da principio che tutte le persone presenti nella mia vita erano anche creatori nella realtà, e che i creatori si sarebbero scontrati l’uno contro l’altro? E chi avrebbe vinto? Colui che non era il loro corpo. E Dio si sarebbe schierato al fianco di quella forza e avrebbe reciso la testa proprio del corpo che essa abitava. E voi potreste dire, beh, questo non ha niente a che fare con questo, invece, sì, ha a che fare con questo, perché è più facile andare in battaglia e uccidere qualcun’altro di quanto lo sia uccidere se stessi. Giusto? Potremmo ridurre in cenere una persona egoistica, che si fa piccola per la paura, e deliziarci nel farlo. Potevamo farlo ai miei tempi, e potremmo farlo a qualcun altro perché siamo ancora confusi con il concetto che ciò che è fuori di noi non è noi, ma in realtà lo è.
    Allora cosa succede passando dalla battaglia campale alla via del maestro? È la stessa cosa. Una attacco della vostra spada in un colpo analogico e le vostre preoccupazioni con quella persona sono finite, e affrontate la prossima. Capite?
    Il corpo emozionale ha nelle sue vicinanze, nella sua orbita, delle persone che sono esattamente pari a ciò che esso è, perché altrimenti esso non contribuirebbe ad agire nel corpo. C’è una connessione magnetica. Ecco perché diciamo che ciò che siamo consiste nel fatto che creiamo la realtà, e persone, luoghi, cose, tempi ed eventi della nostra vita rappresentano il nostro corpo emozionale.
    Come prendere allora quella che è chiamata spada per sconfiggere noi stessi in questo nuovo messaggio? Per prima cosa dovete rivolgerla contro voi stessi. Quello è il nemico. Quell’emozione è il mio nemico, che sia ipocrisia, o furto, menzogna, imbroglio, o insicurezza, diplomazia, senso di colpa, bisogno di essere desiderati – tutte cose che possono rientrare nel concetto di insicurezza – e c’è tutto un gruppo di persone che inseriamo nella nostra vita perché alimentino tutto questo. Innanzitutto dobbiamo eliminarle perché, facendolo, affrontiamo la parte emozionale del nostro corpo. E, ricordate, noi non siamo il nostro corpo. Esso è un abito. E questo corpo come abito è stato creato specificamente per svolgere il compito di un Dio che lo abita attraverso la realtà.
    Noi raccogliamo su noi stessi i cosiddetti parassiti del nostro ambiente. Per prima cosa dobbiamo togliere il parassita. Che cosa accadrà dopo averlo fatto? Avremo una piaga sul nostro corpo, un gonfiore. E si aprirà e ne uscirà del pus, il drenaggio della corruzione della piaga stessa. Ed è facile far rientrare in noi il parassita che consumerà la corruzione, e risucchierà via da noi il veleno. Ma che cos’è mai togliere il parassita e lasciare che la corruzione si apra e fuoriesca, dal momento che subito dopo avviene la guarigione? Infatti la fuoriuscita della corruzione è la guarigione stessa.
    Che differenza c’è dunque nel prendere le distanze dalla nostra vita che prima si svolgeva da esseri umani? Affrontiamo il problema, e il problema siete voi, così ecco, siete fuori da qui. Il corpo dice: “Povero me! Come hai potuto fare questo? Sto così male”. Bene, poi proviamo un senso di colpa e di vergogna: “Come hai osato! Sono stato impulsivo”. E guardate le conseguenze di tutto ciò. Il corpo è in una tempesta emozionale e voi dovete sedervi là e affrontarla, come la vedova o il vedovo che piange. Facciamolo pure anche qui.
    Chi è dunque la vedova o il vedovo della vostra conquista? Il nostro corpo emozionale. Così dobbiamo sederci là ed essere i conquistatori e dire: “Soffri. Soffri pure”. È quello che dovete fare. “Puoi soffrire, ma non riceverai nessun tipo di sollievo”. E vi posso dire che la più grande cura che ci sottrae alla parte mondana della nostra vita è la noia. E vi dico che questo corpo emozionale è molto astuto. Se non riceve alcuno stimolo, si annoierà, e guarirà; e quella piaga morirà. Lo so. Quindi ciò che è difficile riguardo alla marcia del maestro è che dobbiamo separare il nostro passato da noi, e questo riguarda le persone, i luoghi, le cose, i tempi e gli eventi. E la marcia successiva è più difficile che mai perché è la conquista emozionale che dobbiamo affrontare. Ma soltanto quando questo Dio avrà stabilito il controllo sulla sua armata saremo in grado di andare a Shambala. Non prima.
    Chi è qui e ci sta sinceramente direbbe: “Ho trovato la porta per l’eternità e per una nuova realtà, e voglio essere qui perché ora so che ho ripulito a fondo il mio passato. Le piaghe sono guarite sul mio corpo. Porto le ferite della mia vittoria, e sono davvero ansioso di vedere ciò che sta oltre l’orizzonte”.
    Ma non venite a dirmi che questa vittoria riguarda tutte le vittorie del futuro perché non è esatto.
    Questo lavoro è più duro di quanto lo sia mai stata qualunque marcia perché è intimo e personale. Il nemico in battaglia era impersonale. E tutto quello che dovevamo combattere allora era il nostro senso di coraggio e di fiducia. Ma quando si tratta della vostra personalità, quando si tratta del corpo stesso che indossate – quando sono gli stessi peptidi biologici, gli ormoni, i succhi del cervello, l’alchimia del corpo – quando questo è così vicino a casa, diventiamo ciechi perché non sappiamo distinguere il sé dal corpo. E guardiamo quella parete; e non siamo davvero certi del nostro territorio.
    E non siamo certi del nemico perché il nemico in qualunque istante potrebbe essere la stessa personalità su cui ci basiamo per creare i giudizi. E sapete, essa è abile, ma l’unica cosa che non farà mai sarà che non vi permetterà mai di distruggerla. Intavolerà trattative. Questo è il motivo per cui l’immagine è un diplomatico, un abile diplomatico. Sa come risolvere un conflitto senza rinunciare a nulla. E se parliamo di un diplomatico, parliamo di un diplomatico che non viene da Dio, ma dallo stesso corpo emozionale. Risolverà sempre i conflitti a suo favore – sempre.
    Quindi voi siete insicuri sul modo in cui state affrontando tutto questo. Lo sto affrontando dal mio corpo emozionale o lo sto affrontando dal mio Dio? Questo dunque è il problema. Ed il motivo per cui questa battaglia è così accesa e gli incidenti così grandi, che coloro che ne escono vittoriosi possono essere chiamati leggende e sono riveriti come leggende da chi ha preso parte alla battaglia. Costoro possono dire, mio Dio, non sono mai riuscito a diventare un maestro perché non sono mai riuscito a rinunciare al mio corpo emozionale. Non sono riuscito a rinunciare al mio corpo. Non sono riuscito a rinunciare alla mia immagine. Non sono riuscito a rinunciare al mio passato. Non sono riuscito a rinunciare a tenermi egoisticamente aggrappato alla mia sofferenza ed essa si è aperta un varco fino al presente. Non sono riuscito a rinunciarvi perché, mio Dio, chi sarei io? Sarebbe come lasciar cadere il mio scudo, la mia ascia da battaglia, la mia spada lunga, la mia spada corta, scendere dal mio cavallo e dirgli di andarsene via e poi semplicemente affrontare nudo il nemico. Per cosa al mondo potrei fare questo? Non posso farlo.
    Questo è dunque il motivo per cui ci sono dei livelli in questa scuola. E in tutte le Antiche Scuole di Saggezza, ci sono sempre state le persone eccezionali che escono da tutto questo, perché anche il più piccolo tra di voi strilla: “Io ho fatto questo”. Sapete, persino compiere la battaglia suprema diventa un credito per creare una vita migliore per voi stessi, ma migliore per voi stessi significa migliore per chi? Per la convalida del vostro corpo emozionale, della vostra immagine, del vostro corpo?
    E, sapete, può darsi che ci vogliano ancora mille altre vite prima che questi ritornino e dicano: “Bene, ho avuto la più splendida donna del mondo per diverse volte. Sono stato l’uomo più bello del mondo per diverse volte. Sono stato l’uomo più ricco. Sono stata la donna più ricca. Ho avuto la libertà. Sono stato il più libero di tutti”. Va bene, ma ora non vuoi fare il passo successivo? Vedete, può darsi che ci vogliano mille vite. Ci sono persone in questa scuola che non hanno finito con tutto questo – è troppo piacevole. Sapete, fa star troppo bene.
    Guardate gli anziani nel pubblico, sono giunti alla fine della loro vita e dicono: “Sono stato bello e avvenente, sono stato ricco e virile – ho avuto così tante donne”. O le donne possono dire: “Ho avuto un uomo proprio come lo volevo perché ero giovane e bella” – pensate forse che questo li conforti nella loro vecchiaia? Tutti diranno: “Nella mia vita ero pronto per qualcos’altro”. E questo significa che hanno oltrepassato la gioventù e si voltano a guardarla chiedendosi a che cosa è servita. E nessuno di loro vi dirà mai: “Voglio essere lo stesso che ero allora”. Ciò che vi diranno è: “Vorrei aver saputo a vent’anni quello che so oggi”. Giusto?
    E cosa rappresentano costoro nella psiche? La saggezza. Sono i saggi che dicono: “Se avessi saputo questo a vent’anni, non sarei mai invecchiato. Non avrei mai avuto bisogno di temere la morte, non avrei mai perso la mia bellezza, e avrei potuto incorporare nella mia vitalità la saggezza che conosco oggi. E sapendo questo, ora non dovrei più invecchiare di un solo giorno, non dovrei mai ammalarmi, avrei posseduto ogni cosa come saggezza e sarei stato il rossore della primavera”. Questo è l’ideale. State ascoltando? Dovreste farlo, perché se non lo fate sarete uno di loro uno di questi giorni. Sì, lo sarete. Il cimitero lo conferma. Nel cimitero non c’è una sola persona che non abbia pensato come voi nella vostra arroganza.
    Quindi questa battaglia è dura perché combattete la gioventù, gli ormoni, i peptidi, la consapevolezza corpo/mente, e il vostro tempo si consuma ogni giorno che passa.
    Quindi che cosa volete essere? Persone, luoghi, cose, tempi ed eventi sosterranno sempre le loro limitazioni rispetto a ciò che percepiscono come sé. E alla fine di quest’evento, nella vostra vita apparirà un nuovo essere che non sarà nessuna di queste cose. Allora sveliamo il più grande mistero che sia mai esistito – l’Osservatore – e incominciamo a distinguere l’Osservatore dal corpo e a definire nell’Osservatore una nuova condizione del sentimento e un potere nuovo.
    E forse alla fine di quest’evento direte: “Oserò adesso muovere guerra alla mia consapevolezza corpo/mente e alla mia personalità per seguire questo, oppure ritornerò ad essere un essere umano”.

    Entrare nel luogo che non conosce parola
    Questa conoscenza che oggi inizierete a praticare vi metterà in grado nel corso della settimana di iniziare gradualmente a distinguere tra Punto Zero e consapevolezza secondaria, e inizierete ad avere una netta linea di demarcazione tra le due e a far esperienza di entrambe.
    Quando riuscirete a vivere come Osservatore, manifesterete l’oro nelle vostre mani direttamente. Manifesterete il più fantastico dei sogni senza mai passare attraverso il corpo emozionale degli adattamenti. Allora l’esperienza di quei sogni sarà la leggerezza e la gioia, e capirete perché Dio ha un corpo. E ne farete esperienza al livello di sensualità. E se lo farete qust’anno, avrete trovato il santo dei santi, la sacra chiave per diventare un maestro e un Cristo.
    Due settimane e oltre non sembrano molto tempo, ma nella vita di una persona che è sempre ansiosa di balzare fuori dal letto per vivere la stessa vecchia vita, è molto. Ma il sacrificio che avete fatto venendo qui parla della grandezza che è in voi. E vi giuro, se non perdete lo slancio, verrà un giorno in cui la battaglia sarà finita, e uscirete in quel Field il giorno in cui meno ve lo aspettate, e andrete direttamente là dov’è la vostra carta, dove sono tutte le vostre carte. E incomincerete a ridere con una tale gioia che se vi mettessi nel Tank andreste direttamente al Vuoto perché avete trovato il luogo senza parole.
    E ciò che è appendice è caduto, e la piaga sta colando, ed ora c’è una crosta, e sta guarendo. E siete puliti, e sapete che l’avete ripulita e lavorata, e avete padroneggiato persone, luoghi, cose, tempi ed eventi. E vi trovate nell’avventura più grande che avreste mai potuto immaginare, perciò la vostra vita non può terminare a sessanta, settanta o ottant’anni; poiché una tale avventura richiederà perlomeno all’assalto duecento anni. Così vi onoro. Così sia. Vi amo.
    Facciamo un brindisi? Facciamo dunque questo brindisi dedicandolo a chi di voi è sinceramente alla conquista.

    Accetto la spada
    e accetto
    l’avventura.
    Così sia.

    Edited by Spirallout - 14/2/2006, 13:38
     
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