Albert Hofmann

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    Ain't Fate, Just Me

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    http://www.hofmann.org/

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    In occasione del centenario della nascita di Albert Hofmann, l'illuminato dello LSD, ispiratore del celebre libro di Aldous Huxley "le porte della percezione", da cui tale Jim Morrison prese spunto per il nome di un suo certo gruppo, e scoperta di cui tutta la musica psichedelica è figlia legittima, Alex Grey, l'artista che da anni collabora coi Tool nella creazione degli artwork delle loro opere, parteciperà alla convention in memoria di Hofmann organizzata a Basilea, in Svizzera, dal 13 al 16 Gennaio. Potete intanto visitare il sito dell'organizzazione, e leggere il programma dell'evento. Nei prossimi giorni la Zona d'Ombra vi offrirà un approfondimento sul buon Hofmann e su altre cose intorno alla materia della dissociazione.


    http://lsd.info/symposium/home-en


    da urraonline.com

    LSD - Il mio bambino difficile
    Riflessioni su droghe sacre misticismo e scienza


    Le droghe dell'Anima

    La caratteristica che differenzia le "droghe dell'anima" (peyote, mescalina, Lsd, ecc.) da tutte le altre è la singolare esperienza psicologica che accompagna o accentua i loro effetti. Non solo le droghe psichedeliche disorganizzano le informazioni sensoriali, influenzando le percezioni visive, uditive e propriocettive, ma possono anche provocare diverse forme di trance visionaria. Queste esperienze psicologiche però, rimarrebbero confinate alla condizione di semplice smarrimento allucinatorio se non entrasse in gioco l'esistenza storico-culturale di chi fa uso di sostanze psichedeliche. Il altre parole, perchè lo stato allucinatorio caotico si trasformi nel volo iniziatico, nel rapimento d'anima, nell'uscita visionaria dal corpo, si debbono intersecare, in un contesto predisposto e adatto, situazioni simboliche socialmente condivise e caratteristiche personali. Perchè è il "valore socio-psicologico aggiunto" quello che, in definitiva, trasforma delle intossicazioni del sistema nervoso in esperienze estatiche. [...]

    Le porte della percezione

    La regina delle droghe psichedeliche, l'Lsdha un'altra storia e un altro stregone. In un pomeriggio di primavera del 1943, per essere esatti il 16 aprile, in un mondo sconvolto dalla guerra, Albert Hofmann, un chimico farmaceutico della Sandoz di Basilea, in Svizzera, andò incontro ad una strana esperienza. Qualche anno prima Hofmann era riuscito a sintetizzare alcuni derivati dell'acido lisergico, una sostanza presente nell'ergot, lo sclerozio di un fungo parassita ("claviceps purpurea") che può infestare diversi cereali, tra cui la segale, nota in questo caso come "segale cornuta", responsabile nel passato di intossicazioni alimentari collettive. La scoperta dei principi attivi presenti nell'ergot della segale cornuta consentì alla Sandoz la produzione di diversi farmaci, tra cui il Methergin, impiegato in ostetricia per accellerare il parto e arrestare le emorragie, e l'Hydergina, indicato per migliorare la circolazione cerebrale e usato ancor oggi per i disturbi geriatrici.
    In quel pomeriggio, nel chiuso del suo laboratorio di Basilea, Hofmann stava continuando le ricerche sul venticinquesimo derivato dell'acido lisergico, che aveva già sintetizzato qualche anno prima sotto forma di dietilammide dell'acido lisergico, quando fu costretto ad interrompere le sue alchimie. Strane sensazioni lo assalirono: vertigini, illusioni ottiche ed uno stato di agitazione. Ritornato a casa si sdraiò, entrando in uno stato sognante. In una breve memoria, diretta ai suoi colleghi, riferì: "A occhi chiusi percepivo un flusso ininterrotto di immagini fantastiche, di forme straordinarie con un gioco caleidoscopico intenso di colori. Dopo alcune ore questa condizione si è dissolta".
    Hofmann non era solo un tecnico, un ricercatore di un'industria farmaceutica, ma anche uno scienziato erudito, formato secondo la migliore tradizione europea. Sapendo di botanica e di storia della medicina popolare, Hofmann conosceva la lunga storia dell'ergotismo, ovvero gli effetti allucinogeni della segale cornuta, per cui non ci mise molto a risalire alla causa del suo malessere, dovuta ad un'indigestione accidentale di Lsd-25.
    L'incidente, invece di fargli condividere la decisione già presa dalla Sandoz di scartare definitavamente tutti i derivati dell'acido lisergico per il loro scarso valore farmacologico, lo spinse da vero apprendista stregone, a ruitentare l'esperienza. Questa volta preparò ed ingerì una dose di Lsd, che poi si rilevò dieci volte più forte di quella necessaria ad alterare lo stato di coscienza, e si mise alla scrivania per annotare nel suo diario di laboratorio gli effetti. Dopo quaranta minuti si trovò sospinto in un mondo riflesso di specchi deformanti, precipitando entro un tempo pulsante e rallentato in cui gli oggetti assumevano forme grottesche. Sdraiatosi su un sofà, pur rimanendo un osservatore consapevole, Hofmann assistè allo sdoppiamento del suo corpo, alla disintegrazione dle mondo esterno: "Ogni esercizio della mia volontà, ogni tentativo di porre fine alla disintegrazione del mondo esterno e alla dissoluzione del mio io sembravano uno sforzo sprecato. Un demone mi aveva invaso, aveva preso possesso del mio corpo, della mia mente e della mia anima". [...]

    Le ali della farfalla

    Albert Hofmann ha superato da poco i novant'anni, continua a vivere nei dintorni di Basilea, ma la sua curiosità scientifica gli ha cambiato la visione del mondo. Non è uscito indenne da decine d esperienze con le droghe psichedeliche di varia natura. La sua originaria concezione della realtà, un po' materialistica (anche se non sappiamo fino a che punto), si è trasformata col tempo in una graduale illuminazione interiore ed espansione spirituale. Recentemente ha scritto, in collaborazione con Werner Huber, un libro dal titolo eloquente: Elogio del puro contemplare, dedicato, guarda caso, al sentimento estetico stimolato dalla bellezza delle farfalle. Libro in cui, tra l'altro, cerca di dimostrare che non c'è contrasto fra le scienze naturali e l'esperienza mistica.

    Ormai affrancato dagli horror trip delle sue iniziali esperienze, Hofmann sostiene che "l'Lsd è una semplice sostanza che stimola alcuni centri cerebrali. Questa sostanza, insieme alle altre sostanze psichedeliche affini, ha un ruolo importante per la psicologia transpersonale che, diversamente da Freud, non punta sull'introspezione ma sull'uscire fuori di sé, nell'aprire il proprio io all'esperienza del tutto". Ciò che lo psicologo Abraham Maslow ha chiamato "peak experience" e gli yogi in meditazione "samadhi". In modo gnostico e allegorico, così è espressa nelle scritture sacre indù, i Vedanta, l'esperienza dell'anima libera dai tre involucri delle illusioni corporee: "Oh! Mira la farfalla dell'onnipresente con le ali bordate di stelle, di lune e di soli, ebbra della sua estasi di gioia nel sogno diurno della creazione cosmica". Salomon Snyder, uno dei massimi psicofarmacologi, che insieme a Candace Pert ha scoperto i recettori degli oppioidi endogeni (encefaline ed endorfine), sembra concordare con il punto di vista di Hofmann: "Benché gli psichedelici distorcano la percezione e la cognizione, chi ne fa uso sente soggettivamente che la sua consapevolezza è aumentata e che i cambiamenti nella visione, nell'udito e nel pensare possono riflettere una realtà maggiore di quella con cui sono sintonizzati quando sono in uno stato di consapevolezza normale". Gli effetti psicologici delle droghe psichedeliche secondo Hofmann si pongono su due livelli: al primo si hanno delle visioni estetiche, immagini e colori intensi, al secondo si perde il senso dell'Io, e allora "si è presi - dice - da un sentimento oceanico, cosmico, da un'esperienza ineffabile, in cui lo svanire dell'individualità può essere vissuto come un'estasi ma anche come un incubo. Sentendosi immersi nel tutto si può avere sia un'impressione di protezione e di familiarità, sia un senso di sgomento e di angoscia: un paradiso o un inferno". [...]

    Concludendo queste note, possiamo provare a chiederci che senso abbia la nostalgia di mondi ideali che queste droghe sembrano appagare. Parafrasando Elémire Zolla si può forse dire che la nostalgia di mondi ideali può agire come un veleno sulla mente: la visionarietà e le gioie che elargisce non sono ancora libertà. Ma talvolta sono più di quanto il mondo possa offrire, o anche di quanto siamo in grado di vedere. Racconta Carlos Castaneda: Alla luce di quello che mi avete detto don Juan, avevo cominciato a dubitare della funzione delle piante allucinogene. "Perchè, gli chiesi, mi avete fatto prendere per tanto tempo quelle piante potenti?". Sorrise e mormorò pianissimo: "Perchè siete ottuso...e non c'era altro mezzo per scuotervi".

    di Alessandro Salvini



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  2. s.6menow
     
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    e io chi sarei...?

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    bella prova...
     
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  4. Spirallout
     
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    Bravo Dæmon

    Riguardo all'ultimo riferimento a Castaneda, è proprio così.

    Notare però che questo tipo di droghe "psichedeliche" vanno prese consapevolmente.

    Se il soggetto non è preparato nella maniera adeguata può non trovare più la via del ritorno.

    Perchè, in effetti, con questo tipo di sostanze i viaggi sono reali quanto quella che definiamo la nostra realtà. Là fuori ci sono mondi e universi da scoprire, con un sistema cognitivo che non rassomiglia minimamente al nostro, incentrato prevalentemente sulle operazioni "razionali".

    Uno può vivere l'esperienza più grande della sua vita, ma può anche non tornare mai più, o "rimanerci sotto", come si dice in gergo.

    Da cosa dipende il verificarsi dell'una o dell'altra ipotesi? Dall'atteggiamento.
    E l'atteggiamento dipende dalla consapevolezza
     
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  5. s.6menow
     
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    CITAZIONE (Spirallout @ 2/10/2005, 20:18)

    Notare però che questo tipo di droghe "psichedeliche" vanno prese consapevolmente.

    Se il soggetto non è preparato nella maniera adeguata può non trovare più la via del ritorno.

    Perchè, in effetti, con questo tipo di sostanze i viaggi sono reali quanto quella che definiamo la nostra realtà. Là fuori ci sono mondi e universi da scoprire, con un sistema cognitivo che non rassomiglia minimamente al nostro, incentrato prevalentemente sulle operazioni "razionali".

    Uno può vivere l'esperienza più grande della sua vita, ma può anche non tornare mai più, o "rimanerci sotto", come si dice in gergo.

    Da cosa dipende il verificarsi dell'una o dell'altra ipotesi? Dall'atteggiamento.
    E l'atteggiamento dipende dalla consapevolezza

    Saggio! wink.gif
    E' esattamente così,ed è vero che si può rimanere sotto,e solo raramente si risale,ma l'eletto che risale sarà salito talmente in alto da aver raggiunto il sole!
     
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  6. Spirallout
     
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    E' saggio anche dire che non si può in nessun modo ottenere l'illuminazione tramite qualsiasi sostanza di tipo psicotropo.

    Si può raggiungere una profondità ragguardevole, è vero.
    E' vero anche, però, che c'è un enorme dispendio energetico che non viene mai compensato. E questo conduce al deperimento e alla disfatta del nostro sistema vitale.


    Quindi, occhio ragazzi.

    L'utilizzo consapevole è una cosa, l'abuso - per qualsiasi motivo e in qualsiasi senso - è tutt'altro.
     
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  7. s.6menow
     
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    CITAZIONE (Spirallout @ 4/10/2005, 14:55)
    E' saggio anche dire che non si può in nessun modo ottenere l'illuminazione tramite qualsiasi sostanza di tipo psicotropo.


    Certo! wink.gif
     
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    Chi di voi ha provato? Io l'ho fatto, se vi va possiamo aprire una discussione.
     
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  9. s.6menow
     
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    Ok,apri pure! wink.gif
     
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    OGT

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    Ok, vedo di metterci un pò di impegno per impostarla decentemente.
     
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  11. s.6menow
     
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    Bene.
    Io l'ho preso qualche volta,5 o 6 volte in tutto.
    Il primo,un Hoffman,nel 1997 a Milano al concerto di Marilyn Manson.E' stato il primo che ho preso:devastante!Non tanto per il trip in se per se (che comunque è stato un viaggio non indifferente),ma quanto per la compagnia:io stavo in un altro mondo e il mio ragazzo (ora ex) è andato in paranoia perchè non connettevo,mi chiamava continuamente per attirare la mia attenzione su questa realtà,mi prendeva a schiaffi per farmi riprendere.Praticamente ancora oggi mi porto dietro lo shock del primo trip...!Che deficiente!E lui non era la prima volta che lo prendeva,lo sapeva che bisogna stare in una buona condizione mentale per prenderlo,e invece ha inparanoiato anche me!....Però la bottiglietta d'acqua mi parlava....! biggrin.gif Era bellissima,tutta colorata di colori sfavillanti,con una goccina d'acqua dentro che si muoveva e volteggiava brillando...!Fantastica.Anche le mie mani mi parlavano,le ho guardate ed ascoltate per ore,me le giravo e rigiravo davanti agli occhi e ridevo!e dicevo:"ho capito tutto!ho capito tutto!" w00t.gif

    La seconda volta ho preso un Panoramics,solo un quartino,e non ho avuto grandi allucinazioni,anzi direi quasi nulle,ma perchè non mi sono lasciata andare vista la strana esperienza precedente.Ho provato a rilassarmi un attimo e ho visto il soffitto cambiare colore e abbassarsi,e ho ripreso l'attenzione per non perdermi (viaggio sprecato,ma visto che ero sempre insieme alla persona di prima,meglio così!).

    Poi non mi ricordo più in che sequenza li ho presi.Diciamo che qualche altro quartino e mezzino l'ho preso a dei rave.Poi,sempre ad un rave a Bologna (non mi ricordo più il nome del posto...),ho preso una manina verde e mezza,che pezza!mi è sceso dopo 3 giorni e mezzo,non mi sembrava vero di essermi ripresa.Anche qui ero in cattiva compagnia,ma l'ho gestito alla grande,non mi sono lasciata impressionare da ciò che mi circondava,e mi sono fatta aiutare per fare cose tipo attraversare la strada perchè sapevo di non essere in grado di farlo da sola.Stavolta erano le cassette delle lettere attaccate ad un cancello a parlarmi....!Mi fermo perchè è lunga raccontare tutto il viaggio.

    Altra volta ho preso un Timoty Leary.Meraviglioso!!!Il più bello che mi ricordo.Ero ad un rave,c'era una vallata da paura con il sound in fondo.Avevo tutta questa vallata,con le montagne,di fronte.Sono stata tutta la notte seduta,con un sorrisino stampato in faccia, con le gambe incrociate,con la mia cagnetta e il cane di una mia amica seduti uno su una gamba,uno sull'altra,fino a che è spuntata l'alba,proprio davanti a me,tra 2 montagne.E' stato meraviglioso,mi sentivo Dio!Pace assoluta!La mia cagnetta,appena ha sentito il calore del sole,si è alzata e si è messa davanti a me a riscaldarsi,così ho capito che era il momento di alzarsi,sono scesa nella vallata e sono andata a fare quattro saldi davanti al sound.Poi mi sono andata a sdraiare nella zona chill out.

     
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    Percezione
    ovvero Io, Hofmann e l'acido lisergico


    Cosa è la realtà?

    Quello che vi apprestate a leggere è un breve e restrittivo resoconto di alcune constatazioni scaturite in seguito all'uso dell'acido lsd.
    L'idea, a dir la verità per nulla eccezionale, nasce da una discussione per il forum 3rd eye, da tempo ormai crogiolo di innumerevoli dissertazioni in ambiti per così dire “laterali”, nel quale molte idee hanno modo di incontrarsi (e scontrarsi) quotidianamente.
    Risulta oltremodo difficile pensare di poter affrontare un argomento così profondo quale la percezione della realtà sotto l'effetto di droghe, e le conseguenti ripercussioni sul modo di ragionare e rapportarsi con quella stessa realtà in seguito alla scoperta di nuovi ed originalissimi punti di vista, toccati con mano durante i cosiddetti “viaggi” attraverso la realtà oggettiva, senza fare le dovute premesse, necessarie per una comprensione che se non può essere del tutto libera dai pregiudizi, possa almeno evitare di inficiare un'opinione del tutto legittima. Per cui è essenziale partire da qualcosa che possa accomunare chi come me ha provato personalmente questa determinata esperienza e chi invece non l'ha fatto. Ovviamente dando per scontato che chi legge sia in qualche modo informato anche se in minima parte sull'argomento, che ripeto, è tanto delicato quanto profondo, al contrario di ciò che si possa pensare. Detto questo, per trovare il punto in comune di cui si diceva poc'anzi, si potrebbe partire dalla definizione stessa di realtà.

    Il vocabolario della lingua italiana definisce così la realtà:

    -con sign. concreto, tutto ciò che esiste veramente ed è documentato dall'esperienza.-

    Come si può notare dalla voluta sottolineatura, la definizione ammette in se stessa un'asserzione della previa conoscenza del vero. Senza inoltrarmi in polemiche inutili, prendo ad esempio il primo concetto di Verità che mi passa per la testa, che è Dio. E' curioso notare come uno dei primi concetti di verità sia impersonato da un'entità astratta, soprattutto se si ricerca come nel nostro intento un significato concreto per questa definizione. Fortunatamente il nostro vocabolario ci concede una scappatoia, affermando anche che la realtà può essere tale se documentabile dall'esperienza.

    Sui sensi.

    Come può un uomo testimoniare e documentare le proprie esperienze se non tramite i propri mezzi percettivi? L'uomo è dotato di capacità sensoriali abbastanza elevate come la vista, l'udito, il tatto l'olfatto ed il gusto. Certo non fra le più complete in natura ma comunque, egli dispone di una rosa abbastanza ampia per potersi confrontare con la realtà. Come agiscono i sensi e come interagiscono con l'esterno? Questo immagino lo sappiamo un po' tutti, e per ciò che la scienza ci dice (che oltretutto risulta anche facilmente intuibile) l'uomo riesce a percepire tramite le stimolazioni elettriche e chimiche che avvengono nel cervello la realtà di cui fa parte. Senza scendere in particolari, altrimenti si rischia di fare saggistica scientifica, l'essere umano in poche parole percepisce la realtà in base ai suoi sensi. Per farla breve, se l'organo che elabora questi dati sensoriali, ovvero il cervello, stimolato da agenti esterni trova modi differenti di operare rispetto ai soliti, ciò che noi documentiamo come esperienze e ciò che quindi chiamiamo realtà cambia, pur tuttavia non cessando di esistere veramente.

    Cosa è dunque la realtà? La realtà è tutto ciò che noi non conosciamo, incluso ciò che conosciamo e noi stessi.

    Sulle droghe.

    Ecco che adesso fanno il loro ingresso le droghe.
    Si parlava di stimoli dati da agenti esterni. Spesso mi si obietta il sensato ragionamento sulla percezione della realtà, con un altrettanto sensato rimprovero, come giustamente capita nel mezzo delle discussioni.
    Ovvero: la realtà percepita conseguentemente allo stimolo di agenti esterni come le droghe è distorta rispetto alla realtà percepita in condizioni “normali” e dunque non può essere definita come realtà veramente esistente. Potrebbe sembrare un'impeccabile osservazione se non fosse per quelle “condizioni normali” che sinceramente mi lasciano titubante. Normali penso in questo specifico caso voglia dire abituali. Ovvero, quante sostanze naturali ingeriamo quotidianamente? Molte, azzarderei. Prendiamo ad esempio una delle prime con le quali abbiamo a che fare: l'acqua. Siamo certi che l'assunzione di acqua non stimoli determinate zone cerebrali a nostra insaputa o non provochi alcune reazioni chimiche o elettriche che vanno a costituire poi la nostra “normale” percezione di realtà? Certo è un esempio stupido, ma non mi sento di escludere alcuna possibilità, anche perché a volte ciò che ingeriamo o con cui veniamo a contatto non sempre lo conosciamo abbastanza bene. E qui mi si dirà, giustamente, che una droga come l'acido lisergico non è una sostanza naturale nella quale possiamo imbatterci quotidianamente ed in maniera casuale. Punto primo, l'lsd è un derivato di una muffa che intacca la segale. Punto secondo è vero che non lo si trova in natura, ma è altrettanto vero che proprio la natura ci offre qualcosa di molto simile, in diversi casi. E se proprio vogliamo essere fiscali il punto terzo sarebbe un dato oggettivo e “documentato” storicamente, che riguarda la scoperta appunto casuale dell'lsd. Allora verrebbe a cadere anche quest'ultima improbabile opposizione. Infatti la persona che ha scoperto casualmente l'lsd ha speso l'intera vita in difesa dell'acido stesso, e continua a farlo. Ed è Albert Hofmann, che compirà 100 anni di vita in gennaio.

    LSD.

    E qui veniamo alle esperienze personali (che sto per l'appunto documentando personalmente, ci tengo a precisarlo). Anche qui una rapida messa a fuoco prima di cominciare: Spesso i ragazzi vengono a contatto con l'acido in discoteca o comunque in situazioni molto simili. Immagino questo sia sbagliato, principalmente perché l'lsd non è una droga adatta a determinate circostanze. Come spesso lo stesso Hofmann ha precisato, le condizioni necessarie per poter trarre pieno beneficio dall'uso di questa “droga” sono ben diverse da quelle in cui purtroppo spesso ci si imbatte. Bisognerebbe essere calmi e rilassati, in un ambiente confortevole ed intimo, e possibilmente soli. La musica dovrebbe stimolare meglio l'effetto, ma non per questo una discoteca è il luogo ideale, anzi. Eppure è molto raro che queste condizioni vengano rispettate. Ed infatti ci si imbatte spesso nei “bad trip” ovvero i brutti viaggi della mente.

    Perdere la verginità.

    Ed in effetti la prima volta che io stesso ho assunto dell'acido, più o meno sei anni fa circa, mi trovavo appunto in una perfetta situazione da bad trip. Era una festa di compleanno, si era in molti a festeggiare e scorrevano litri di vino ed altri alcolici come in ogni festa che si rispetti. Una cerchia ristretta di amici (quattro in tutto) fra i quali mi trovavo anch'io, si trovò ad avere a che fare anche con l'lsd. Ricordo che prima di assumere la sostanza (un cartoncino quadrato di pochi millimetri imbevuto di acido, sul quale era stampata una manina verde su uno sfondo nero) qualcuno si assicurò che mi sentissi in grado di poterla “reggere”. Dato il mio consenso, cominciò il nostro viaggio. L'atmosfera era delle più euforiche, così non ci pensai due volte e decisi di provare. Per la prima ora non percepii nulla di insolito a parte la tipica esaltazione che è caratteristica di ogni festa fra amici degna di essere chiamata tale. Poi avvenne quasi impercettibilmente il passaggio, ed avvenne tramite la musica. Ricordo che si ballava, e che ad un certo punto cominciai a vedere coi miei stessi occhi la musica. Era come se fossi fuori di me, ma allo stesso tempo dentro. Vedevo la musica viaggiare tutto intorno a noi sotto forma di un fluido melmoso dai mille colori cangianti, ed andò avanti così per un certo periodo di tempo. Anzi, il tempo stesso in effetti sembrava scorrere molto lentamente, sembrava quasi essere stato annullato da una forza che ero certo provenisse da noi, noi in acido. Il tempo non esisteva! Che grande soddisfazione poterlo constatare con i miei stessi sensi! Ricordo che poi d'un tratto la sala si svuotò e mi ritrovai sdraiato su una di quelle sedie reclinabili, senza le forze necessarie per riuscirmi ad alzare. Ero come intrappolato all'interno di me, ed il fumo delle sigarette assumeva delle forme quasi umane che lambivano il mio corpo, all'esterno di me. Non so come né perché fui poi catapultato su un letto, in una delle tante stanze di quella casa, con la mia ex ragazza che mi stringeva forte la mano e che cercava di confortarmi, nel mio bagno di sudore e disperazione; credevo di non poter riuscire a venir fuori dal mio stesso corpo, mi sentivo come in trappola e percepivo il resto del mondo come lontanissimo, e fatto soltanto di suoni ovattati. Durò un paio d'ore, dopodiché mi alzai di scatto, come in preda ad una boccata di vita e ritornai ad essere “normale”, anche se l'effetto andava scemando sentivo di non essere ancora me stesso ma a differenza di poche ore prima, adesso non avevo più voglia di “tornare” alla realtà. Era ormai mattino, ci ritrovammo tutti in veranda, all'alba, immobili e pensierosi in attesa del nuovo giorno, ma profondamente cambiati. Questo è il breve e confuso resoconto della mia prima esperienza extra-reale, e a dirla tutta, fu tanto bella quanto angosciante, ma tirando le somme interessantissima, tanto che non esclusi la possibilità di riprovare, magari più in la. Si perché fu proprio il giorno seguente che capii bene cosa era accaduto: ero riuscito a vedere per la prima volta la realtà da un diverso punto di vista, ed avevo capito, che in realtà fino ad allora avevo capito ben poco.

    Prenderci gusto.

    Credo che la mia storia sia poco diversa da quella di molti altri, anzi mi meraviglierei se non fosse così. La differenza sta nel fatto che molta gente che ha avuto a che fare con l'acido, o l'ha abbandonato per sempre, per paura di “poterci restare sotto”, oppure l'ha preso come per ciò che non è, ovvero una droga da divertimento, e continua ad usarlo in circostanze in cui davvero rischia di arrecare seri danni a sé stesso ed agli altri. Questi non sono i miei casi. Tant'è che dalla mia prima esperienza alla seconda passarono all'incirca due anni. Due anni in cui ebbi modo di informarmi sulla storia dell'acido, anni in cui ebbi modo di rivalutare completamente molte cose, tra cui l'arte in tutte le sue forme, i rapporti umani, in sostanza l'intera concezione del mondo che mi ero fatto fino ad allora. Certo capii che se avessi cominciato a comportarmi in maniera diversa dal solito sarei comunque passato per folle agli occhi degli altri, perché si sa bene che le regole della vita sono rigide e severe, ma questo non mi impedì di cominciare a ragionare in maniera ulteriore. Douglas Hofstadter riporta nel suo capolavoro “Godel, Escher, Bach” un gioco di sistemi logici chiamato il gioco del MU. Ed in seguito afferma che esistono tre modi diversi di ragionare: il metodo M che è quello meccanico, modo lineare in cui ragionano i calcolatori; il metodo I che è il metodo intelligente, quello dell'essere umano. Ed infine il metodo ulteriore, ovvero riuscire ad uscire dai sistemi per trovare sempre nuove soluzioni. Ecco come uno stimolo esterno, dato dall'acido, può aprire nuove strade per una percezione differente dalla cosiddetta “normale”. Il gioco sta nel comprendere che esiste qualcosa che molti non possono percepire, e nel riuscire a continuare a vivere in questa normalità. Certo non è uno dei migliori insegnamenti che si possono dare ma io la vedo così: è un po' il prezzo da pagare per il compenso ricevuto.

    Riposo.

    Salto volentieri il racconto delle successive esperienze poiché comunque non aggiungerebbero nulla di rilevante a quello che ho già detto. Ciò che voglio approfondire è invece l'insegnamento che finora sono riuscito a trarre dall'uso di questa droga. E' senz'altro un passo importante che chiunque sia interessato alla conoscenza dovrebbe affrontare per rendersi conto, tramite i propri stessi sensi, che ciò che si sa (parlo della consapevolezza che ognuno di noi percepisce dentro di sé) corrisponde alla realtà. Certo non ci sarebbe alcun bisogno di fare uso di questo “stimolante” per apprendere ciò che si può facilmente intuire ma si sa bene che per molti il poter “toccare con mano” è un passo necessario per la comprensione. Dico questo; io ho provato e continuerò a provare qualora ne avessi bisogno, perché in realtà chi lo ha fatto può benissimo essere d'accordo con me sul fatto che non si finisce mai di imparare; e dico appunto provate se mai ne doveste sentire il bisogno, ma tenete bene a mente che il tutto può essere raggiunto tramite altre strade, e soprattutto che la realtà che “normalmente” percepiamo è altrettanto fantastica ed affascinante, e che si tratta solamente di punti di vista. Aprite il vostro terzo occhio.

    Edited by roystrang - 1/12/2005, 23:52
     
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  13. Spirallout
     
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    Un applauso.

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  14. s.6menow
     
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    CITAZIONE (roystrang @ 1/12/2005, 23:40)
    Percezione
    ovvero Io, Hofmann e l'acido lisergico


    Cosa è la realtà?

    Quello che vi apprestate a leggere è un breve e restrittivo resoconto di alcune constatazioni scaturite in seguito all'uso dell'acido lsd.
    L'idea, a dir la verità per nulla eccezionale, nasce da una discussione per il forum 3rd eye, da tempo ormai crogiolo di innumerevoli dissertazioni in ambiti per così dire “laterali”, nel quale molte idee hanno modo di incontrarsi (e scontrarsi) quotidianamente.
    Risulta oltremodo difficile pensare di poter affrontare un argomento così profondo quale la percezione della realtà sotto l'effetto di droghe, e le conseguenti ripercussioni sul modo di ragionare e rapportarsi con quella stessa realtà in seguito alla scoperta di nuovi ed originalissimi punti di vista, toccati con mano durante i cosiddetti “viaggi” attraverso la realtà oggettiva, senza fare le dovute premesse, necessarie per una comprensione che se non può essere del tutto libera dai pregiudizi, possa almeno evitare di inficiare un'opinione del tutto legittima. Per cui è essenziale partire da qualcosa che possa accomunare chi come me ha provato personalmente questa determinata esperienza e chi invece non l'ha fatto. Ovviamente dando per scontato che chi legge sia in qualche modo informato anche se in minima parte sull'argomento, che ripeto, è tanto delicato quanto profondo, al contrario di ciò che si possa pensare. Detto questo, per trovare il punto in comune di cui si diceva poc'anzi, si potrebbe partire dalla definizione stessa di realtà.

    Il vocabolario della lingua italiana definisce così la realtà:

    -con sign. concreto, tutto ciò che esiste veramente ed è documentato dall'esperienza.-

    Come si può notare dalla voluta sottolineatura, la definizione ammette in se stessa un'asserzione della previa conoscenza del vero. Senza inoltrarmi in polemiche inutili, prendo ad esempio il primo concetto di Verità che mi passa per la testa, che è Dio. E' curioso notare come uno dei primi concetti di verità sia impersonato da un'entità astratta, soprattutto se si ricerca come nel nostro intento un significato concreto per questa definizione. Fortunatamente il nostro vocabolario ci concede una scappatoia, affermando anche che la realtà può essere tale se documentabile dall'esperienza.

    Sui sensi.

    Come può un uomo testimoniare e documentare le proprie esperienze se non tramite i propri mezzi percettivi? L'uomo è dotato di capacità sensoriali abbastanza elevate come la vista, l'udito, il tatto l'olfatto ed il gusto. Certo non fra le più complete in natura ma comunque, egli dispone di una rosa abbastanza ampia per potersi confrontare con la realtà. Come agiscono i sensi e come interagiscono con l'esterno? Questo immagino lo sappiamo un po' tutti, e per ciò che la scienza ci dice (che oltretutto risulta anche facilmente intuibile) l'uomo riesce a percepire tramite le stimolazioni elettriche e chimiche che avvengono nel cervello la realtà di cui fa parte. Senza scendere in particolari, altrimenti si rischia di fare saggistica scientifica, l'essere umano in poche parole percepisce la realtà in base ai suoi sensi. Per farla breve, se l'organo che elabora questi dati sensoriali, ovvero il cervello, stimolato da agenti esterni trova modi differenti di operare rispetto ai soliti, ciò che noi documentiamo come esperienze e ciò che quindi chiamiamo realtà cambia, pur tuttavia non cessando di esistere veramente.

    Cosa è dunque la realtà? La realtà è tutto ciò che noi non conosciamo, incluso ciò che conosciamo e noi stessi.

    Sulle droghe.

    Ecco che adesso fanno il loro ingresso le droghe.
    Si parlava di stimoli dati da agenti esterni. Spesso mi si obietta il sensato ragionamento sulla percezione della realtà, con un altrettanto sensato rimprovero, come giustamente capita nel mezzo delle discussioni.
    Ovvero: la realtà percepita conseguentemente allo stimolo di agenti esterni come le droghe è distorta rispetto alla realtà percepita in condizioni “normali” e dunque non può essere definita come realtà veramente esistente. Potrebbe sembrare un'impeccabile osservazione se non fosse per quelle “condizioni normali” che sinceramente mi lasciano titubante. Normali penso in questo specifico caso voglia dire abituali. Ovvero, quante sostanze naturali ingeriamo quotidianamente? Molte, azzarderei. Prendiamo ad esempio una delle prime con le quali abbiamo a che fare: l'acqua. Siamo certi che l'assunzione di acqua non stimoli determinate zone cerebrali a nostra insaputa o non provochi alcune reazioni chimiche o elettriche che vanno a costituire poi la nostra “normale” percezione di realtà? Certo è un esempio stupido, ma non mi sento di escludere alcuna possibilità, anche perché a volte ciò che ingeriamo o con cui veniamo a contatto non sempre lo conosciamo abbastanza bene. E qui mi si dirà, giustamente, che una droga come l'acido lisergico non è una sostanza naturale nella quale possiamo imbatterci quotidianamente ed in maniera casuale. Punto primo, l'lsd è un derivato di una muffa che intacca la segale. Punto secondo è vero che non lo si trova in natura, ma è altrettanto vero che proprio la natura ci offre qualcosa di molto simile, in diversi casi. E se proprio vogliamo essere fiscali il punto terzo sarebbe un dato oggettivo e “documentato” storicamente, che riguarda la scoperta appunto casuale dell'lsd. Allora verrebbe a cadere anche quest'ultima improbabile opposizione. Infatti la persona che ha scoperto casualmente l'lsd ha speso l'intera vita in difesa dell'acido stesso, e continua a farlo. Ed è Albert Hofmann, che compirà 100 anni di vita in gennaio.

    LSD.

    E qui veniamo alle esperienze personali (che sto per l'appunto documentando personalmente, ci tengo a precisarlo). Anche qui una rapida messa a fuoco prima di cominciare: Spesso i ragazzi vengono a contatto con l'acido in discoteca o comunque in situazioni molto simili. Immagino questo sia sbagliato, principalmente perché l'lsd non è una droga adatta a determinate circostanze. Come spesso lo stesso Hofmann ha precisato, le condizioni necessarie per poter trarre pieno beneficio dall'uso di questa “droga” sono ben diverse da quelle in cui purtroppo spesso ci si imbatte. Bisognerebbe essere calmi e rilassati, in un ambiente confortevole ed intimo, e possibilmente soli. La musica dovrebbe stimolare meglio l'effetto, ma non per questo una discoteca è il luogo ideale, anzi. Eppure è molto raro che queste condizioni vengano rispettate. Ed infatti ci si imbatte spesso nei “bad trip” ovvero i brutti viaggi della mente.

    Perdere la verginità.

    Ed in effetti la prima volta che io stesso ho assunto dell'acido, più o meno sei anni fa circa, mi trovavo appunto in una perfetta situazione da bad trip. Era una festa di compleanno, si era in molti a festeggiare e scorrevano litri di vino ed altri alcolici come in ogni festa che si rispetti. Una cerchia ristretta di amici (quattro in tutto) fra i quali mi trovavo anch'io, si trovò ad avere a che fare anche con l'lsd. Ricordo che prima di assumere la sostanza (un cartoncino quadrato di pochi millimetri imbevuto di acido, sul quale era stampata una manina verde su uno sfondo nero) qualcuno si assicurò che mi sentissi in grado di poterla “reggere”. Dato il mio consenso, cominciò il nostro viaggio. L'atmosfera era delle più euforiche, così non ci pensai due volte e decisi di provare. Per la prima ora non percepii nulla di insolito a parte la tipica esaltazione che è caratteristica di ogni festa fra amici degna di essere chiamata tale. Poi avvenne quasi impercettibilmente il passaggio, ed avvenne tramite la musica. Ricordo che si ballava, e che ad un certo punto cominciai a vedere coi miei stessi occhi la musica. Era come se fossi fuori di me, ma allo stesso tempo dentro. Vedevo la musica viaggiare tutto intorno a noi sotto forma di un fluido melmoso dai mille colori cangianti, ed andò avanti così per un certo periodo di tempo. Anzi, il tempo stesso in effetti sembrava scorrere molto lentamente, sembrava quasi essere stato annullato da una forza che ero certo provenisse da noi, noi in acido. Il tempo non esisteva! Che grande soddisfazione poterlo constatare con i miei stessi sensi! Ricordo che poi d'un tratto la sala si svuotò e mi ritrovai sdraiato su una di quelle sedie reclinabili, senza le forze necessarie per riuscirmi ad alzare. Ero come intrappolato all'interno di me, ed il fumo delle sigarette assumeva delle forme quasi umane che lambivano il mio corpo, all'esterno di me. Non so come né perché fui poi catapultato su un letto, in una delle tante stanze di quella casa, con la mia ex ragazza che mi stringeva forte la mano e che cercava di confortarmi, nel mio bagno di sudore e disperazione; credevo di non poter riuscire a venir fuori dal mio stesso corpo, mi sentivo come in trappola e percepivo il resto del mondo come lontanissimo, e fatto soltanto di suoni ovattati. Durò un paio d'ore, dopodiché mi alzai di scatto, come in preda ad una boccata di vita e ritornai ad essere “normale”, anche se l'effetto andava scemando sentivo di non essere ancora me stesso ma a differenza di poche ore prima, adesso non avevo più voglia di “tornare” alla realtà. Era ormai mattino, ci ritrovammo tutti in veranda, all'alba, immobili e pensierosi in attesa del nuovo giorno, ma profondamente cambiati. Questo è il breve e confuso resoconto della mia prima esperienza extra-reale, e a dirla tutta, fu tanto bella quanto angosciante, ma tirando le somme interessantissima, tanto che non esclusi la possibilità di riprovare, magari più in la. Si perché fu proprio il giorno seguente che capii bene cosa era accaduto: ero riuscito a vedere per la prima volta la realtà da un diverso punto di vista, ed avevo capito, che in realtà fino ad allora avevo capito ben poco.

    Prenderci gusto.

    Credo che la mia storia sia poco diversa da quella di molti altri, anzi mi meraviglierei se non fosse così. La differenza sta nel fatto che molta gente che ha avuto a che fare con l'acido, o l'ha abbandonato per sempre, per paura di “poterci restare sotto”, oppure l'ha preso come per ciò che non è, ovvero una droga da divertimento, e continua ad usarlo in circostanze in cui davvero rischia di arrecare seri danni a sé stesso ed agli altri. Questi non sono i miei casi. Tant'è che dalla mia prima esperienza alla seconda passarono all'incirca due anni. Due anni in cui ebbi modo di informarmi sulla storia dell'acido, anni in cui ebbi modo di rivalutare completamente molte cose, tra cui l'arte in tutte le sue forme, i rapporti umani, in sostanza l'intera concezione del mondo che mi ero fatto fino ad allora. Certo capii che se avessi cominciato a comportarmi in maniera diversa dal solito sarei comunque passato per folle agli occhi degli altri, perché si sa bene che le regole della vita sono rigide e severe, ma questo non mi impedì di cominciare a ragionare in maniera ulteriore. Douglas Hofstadter riporta nel suo capolavoro “Godel, Escher, Bach” un gioco di sistemi logici chiamato il gioco del MU. Ed in seguito afferma che esistono tre modi diversi di ragionare: il metodo M che è quello meccanico, modo lineare in cui ragionano i calcolatori; il metodo I che è il metodo intelligente, quello dell'essere umano. Ed infine il metodo ulteriore, ovvero riuscire ad uscire dai sistemi per trovare sempre nuove soluzioni. Ecco come uno stimolo esterno, dato dall'acido, può aprire nuove strade per una percezione differente dalla cosiddetta “normale”. Il gioco sta nel comprendere che esiste qualcosa che molti non possono percepire, e nel riuscire a continuare a vivere in questa normalità. Certo non è uno dei migliori insegnamenti che si possono dare ma io la vedo così: è un po' il prezzo da pagare per il compenso ricevuto.

    Riposo.

    Salto volentieri il racconto delle successive esperienze poiché comunque non aggiungerebbero nulla di rilevante a quello che ho già detto. Ciò che voglio approfondire è invece l'insegnamento che finora sono riuscito a trarre dall'uso di questa droga. E' senz'altro un passo importante che chiunque sia interessato alla conoscenza dovrebbe affrontare per rendersi conto, tramite i propri stessi sensi, che ciò che si sa (parlo della consapevolezza che ognuno di noi percepisce dentro di sé) corrisponde alla realtà. Certo non ci sarebbe alcun bisogno di fare uso di questo “stimolante” per apprendere ciò che si può facilmente intuire ma si sa bene che per molti il poter “toccare con mano” è un passo necessario per la comprensione. Dico questo; io ho provato e continuerò a provare qualora ne avessi bisogno, perché in realtà chi lo ha fatto può benissimo essere d'accordo con me sul fatto che non si finisce mai di imparare; e dico appunto provate se mai ne doveste sentire il bisogno, ma tenete bene a mente che il tutto può essere raggiunto tramite altre strade, e soprattutto che la realtà che “normalmente” percepiamo è altrettanto fantastica ed affascinante, e che si tratta solamente di punti di vista. Aprite il vostro terzo occhio.

    Roy,sei fantastico!
    Sono completetamente stata rapita dalle tue parole.Eccezionale davvero!Condivido in pieno il tuo "vedere". wink.gif
     
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  15.  
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    Grazie a voi ragazzi, grazie! Ma di che poi? Ihihhih vogliamoci bene, su!
     
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